“C” come Case Spirito o Navi Spirito, l’utilizzo di parti animali nella pratica religiosa.
Premessa doverosa anti-wiccanminkia ed
animalisti-without-a-brain: a NESSUN animale è stato in alcun modo fatto del
male; i pezzi che vedete sopra sono il risultato di una meticolosa ricerca tra
i boschi che, da parte mia, dura ormai da diversi anni.
L’utilizzo di parti animali nella pratica religiosa e
magica è una costante della storia umana; l’uso di pelli, corna, ossa e piume è
da sempre stata associata ad una visione pagana del vivere religioso. È
possibile ritrovarne i primi esempi già dall’epoca paleolitica con il
pittogramma dello "Sciamano"
nella grotta dei Trois-Freres (Ariege), uno dei primi esempi artistici che
ricalcano la religiosità di una popolazione.
Più recenti, per restare in ambito
storico europeo, sono i riti dionisiaci in cui le menadi si cingevano di pelli
e danzavano in cortei e cerchi imitando le bestie selvagge ed invocando
Dioniso, rappresentato da un cervo, che esse andavano a sacrificare imitando
lupi, volpi ed animali carnivori, ripercorrendo così la storia mitica del Dio. L'orgia
bacchica segnava infatti il culmine del rito, quando, riunitesi nelle
solitudini rocciose e boschive, ormai annientata la propria identità perché
possedute dal Dio, le menadi scatenano i loro istinti bestiali nella danza
sfrenata e nel rituale dell' “omophagìa”, lo sbranamento, in una sorta di
mistico banchetto che realizza compiutamente la comunione con il dio.
Spostandoci sempre in ambito
pagano, dato che il cristianesimo ha bollato l’uso di componenti animali come
una pratica barbara e selvaggia, è doveroso dire che nell’oggi sono diverse le
culture religiose che inglobano questa ritualità nel credo quotidiano, con un
esempio concreto: Sciamanesimo americano, europeo, asiatico e africano; Vudù,
Culture ritualistiche popolari e Stregoneria.
Parlando della cultura moderna e
il rapporto animale - spirito ferino - componente
fisica (ossa, piume, corna, pelo ecc) è obbligatorio specificare nuovamente che
queste pratiche non sono associate a finalità negative o lesive; parlandoci
chiaro, la goetia è una realtà settoriale presente ma utilizza impropriamente
feticci animali per fini altri. Tornando al topic principale, quindi in che
modo e come vengono utilizzate le parti animali nella ritualità pagana? Il fine
è semplicemente quello di richiamare lo spirito animale con più facilità utilizzando
un feticcio (termine a dir poco orrendo in italiano per la sua accezione
negativa).
Lo spirito ferino può però volersi riferire a diversi aspetti per
cui è meglio specificare con doverose divisioni:
- Animali totemici: considerato come lo spirito guida animale, con cui si condivide parte o la totalità della vita e con cui condividiamo diversi aspetti caratteriali e non. Impartisce lezioni alla sua controparte umana di sua iniziativa o sotto richiesta, è in qualche modo, l’incarnazione del proprio “sé” nel “Mondo altro”
- Animali di potere: discorso diverso per gli animali di potere che sono molteplici e sono scelti dallo stesso praticante (a differenza del totem) in caso di necessità per la loro incarnazione fisica o topica di valori, virtù e attributi specifici.
Ulteriori divisioni sono
presenti in entrambe le categoria per quanto riguarda l’uso di case spirito;
sia gli animali totemici che quelli di potere si suddividono nell’invocazione
a:
- L’animale inteso come pluralità della specie, cioè come animale topos, simbolo delle virtù dell’intera specie, per esempio, dei cervi.
- L’animale inteso come animale singolo, ovvero il reale “padrone” del teschio, dell’osso, della piuma o del pelo che stiamo utilizzando. L’esperienza qui si connoterà dei valori e caratteri del singolo animale.
Con questa schematizzazione
spero risulti più chiaro e comprensibile l’universo delle esperienze ferine
nella mia pratica personale. Il perché il praticante invochi in modo più
diretto, tramite case spirito, gli animali ora risulta più chiaro: il potere
degli stessi e le virtù che essi incarnano vengono richiesti, dallo sciamano o
dalla strega che sia, in aiuto ad una particolare situazione; in aiuto ad un
particolare rituale.
Il fatto del COME vengano
chiamate queste particolari tipologie di “energie” (altra parola che odio
perché in italiano vuol dire tutto e niente ed è utilizzata in contesti
diversissimi) spetta al praticante.
L’uso comune si differenzia in diverse vie
a seconda dello scopo del rito:
- spesso le navi spirito vengono indossate (come amuleti, gioielli o cucite nelle stesse vesti),
- possono essere tenute in un sacchetto o “oggetto random” da portare con sé
- sono impiegate in rituali appositi e possono trovare spazio sull’altare o in luoghi specifici in cui il praticante intende operare,
- vengono sovente utilizzate nella creazione di oggetti e strumenti rituali
- possono essere ingerite
- vi si possono ricavare unguenti, creme e polveri per il corpo.
L’utilizzo di ossa e
testimoni animali è inoltre associato alla pratica dello “Shapeshifting”, con
una rapida definizione esso può essere inteso come:
“Shapeshifting, as a magical practice involves a part of the magician’s
soul transforming into a spirit animal (known in the Germanic tongue as the
fetch) and leaving the body to journey vast distances in both our realm and the
otherworlds, or, another method is for the magician’s soul to leave their body
and “ride” a living animal or external spirit animal or familiar in this or the
otherworld” (http://witchofforestgrove.com).
Nell'immagine posta in alto parte della mia piccola collezione: teschio di
capriolo, osso di cinghiale, corna di cervo, aculei di istrice, pelo di
coniglio, zampe di corvo e passero, denti di volpe e ali-piume provenienti da
diverse specie di volatili.