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martedì 18 dicembre 2012

Modern Witch League 5#: Witchy Alphabet. "Q"


"Q" come Quercia, culti arborei, falò e corone sacre


"Sembravi morta. E ancora affidi all'aria       
con l'ultima fronda contorta       
lunghi sottili fremiti di vita.       
Può mordere la sega i tuoi profili,       
aggredirti la scure a colpi ciechi,       
incenerirti la folgore.       
Nulla ruba gli echi al tuo cielo"

La quercia in se è considerato l'albero sacro per eccellenza presso i popoli nord europei. Rientra nel pantheon degli alberi sacri proprio dall'origine del culto arboreo; la sua onnipresenza nelle mitologie europee ci riconduce infatti all'accreditata ipotesi antropologica che questa pianta fosse presente come culto ancestrale prima della divisione e susseguente dispersione delle popolazioni nordiche che, deduttivamente, vivevano in un ambiente ricco di foreste, in cui la predominanza era di querce o farnie. un rito comune legato alla quercia era l'accensione del fuoco sacro alimentato proprio da questo legno in cui venivano bruciate le offerte che potevano essere di diversa natura (N.B. presso alcune popolazioni i falò erano delle proprie "pire funerarie" in cui venivano offerti esseri umani e ivi bruciati per il consenso-la benevolenza della divinità). Incerta è la posizione rituale della quercia tra i Celti ed i lucani ma sicuro è il ruolo sacro ad essa attribuita presso le popolazioni di stampo germanico. 

Caratteristica peculiare dei fuochi sacri di quercia era data dall'accensione; non erano in uso infatti pietre atte a produrre scintille ma esso veniva essenzialmente infiammato tramite lo strofinamento di due pezzi di questo legno (così come per gli attuali "fuochi della miseria"). Sempre riguardante il fuoco sacro, spostandoci in ambito nostrano il fuoco delle sacerdotesse vestali, braciere che non doveva mai essere spento, era alimentato con il legno di questa pianta. Un'usanza germanica riguardante il falò di mezz'estate riguardava il bruciare un ceppo di quercia e spargere le sue ceneri, miste alle granaglie, nei campi in modo da propiziare la semina e nel contempo proteggere il raccolto da ladri, malattie e malefici. 
Riguardante i sacrifici bruciati sui falò di quercia è utile puntualizzare un'informazione; ciò che veniva arso e quindi moriva sul piano fisico non solo rappresentava l'offerta ma diveniva la personificazione dello spirito della quercia immolato. Il sacrificio risultava quindi dalla doppia valenza: richiesta e celebrazione del divino. 
Sorvolerò, in questo brano, sul legame vischio-quercia data l'ampissima mitologia e ritualità ad esso collegata, cercando invece di trattare un argomento settoriale: l'utilizzo delle fronde di quercia nell'uso sacrale, nella pratica e nell'uso come corone. 

Una tradizione legata agli incantamenti legati alla quercia ci viene dai romani per combattere la siccità.  avendo già trattato la magia tempestaria nella lettera "M" citerò questo caso solo in sintesi. Tra i greci ed i romani era tradizione, nel vedere le piante da sementi inaridirsi, l'immergere più volte una frasca di quercia in una fonte (la più famosa per questi riti era la sorgente sul monte Liceo) smuovendo l'acqua e spruzzando l'area ed i partecipanti con tale acqua.  Da tale pioggia simbolica la tradizione voleva che si alzasse una nuvola che ben presto avrebbe condotto l'acqua sui propri campi. 
Per quanto riguarda l'uso delle foglie e dei rami di quercia come corone, da capo o da porta, il simbolismo si ricollega alla classica valenza della quercia: la forte mascolinità, l'utilizzo protettivo e l'incremento della forza. Se la corona accoglieva in se anche le ghiande si ricollegava alla prosperità (le ghiande erano infatti l'alimento principale delle popolazioni più povere che ne ricavavano dall'essiccazione e frantumazione una sorta di farina). Le corone da indossare fatte di questo materiale erano indossate prevalentemente dalla popolazione maschile; le donne, invece, realizzavano le loro corone con spighe e fiori selvatici. 

La fotografia posta in alto riguarda un rituale del solstizio d'estate del 2010 in Lettonia derivante da una religione legata al paganesimo antico (a quanto sembra dall'epoca del bronzo). Per info su questo rito: Cliccare quì
   

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