“E” come “Erba di San
Giovanni”, l’Hypericum Perforatum
nella tradizione popolare
L’iperico è un erba molto comune
nel territorio italiano, si presenta come una pianta perenne con fusto eretto;
le foglie la rendono riconoscibile anche nei periodi vegetativi date le
apparenti numerose forature presenti
naturalmente su di essa (che in realtà sono vesciche oleose). I fiori hanno una
struttura a cinque petali e presentano puntini neri che, se sfregati, tingono
le dita di rosso.
Il nome particolare di
quest’erba, seppur avendo origine controversa) deriverebbe da tradizioni cristiane adattate su culti pagani già strutturati.
L’erba di “San Giovanni”, infatti, deriverebbe il suo attuale nome
popolare dal suo periodo di fioritura
che cade più o meno il 24 giugno, festa del sopracitato santo istallatasi per
soppiantare i culti precedenti che vedevano al centro dell’attenzione il Solstizio d’estate. Era infatti un periodo sacro per la raccolta
di erbe e la loro essicazione; era uso
(ed è tuttora nei villaggi più rurali come il mio) allestire un grande fuoco
alla cui costruzione partecipava tutta la popolazione portando legna e
coronandosi con l’iperico. Dalla caduta del palo centrale del fuoco, dalla
direzione del vento e dall’accensione rapida o meno del falò, i contadini
traevano auspici sulla buona riuscita del raccolto, della vendemmia e su eventi che riguardavano la comunità. Un proverbio
popolare cita: “nella Notte di San
Giovanni tutto può accadere e a tutto si può rimediare”.
La tradizione popolare vuole
l’Iperico, insieme al Sambuco ed alla Belladonna, come la pianta certamente
associata alle arti stregonesche e all’allontanamento dei malefici e mali
popolari. Era opinione diffusa che il
tempo ideale per la raccolta dell’iperico fosse proprio il 24 giugno al sorgere
del sole oppure a mezzogiorno, perché “solo in quelle ore il suo potere era
tale”. Si utilizzava principalmente, oltre alle sue virtù fitoterapiche, per il
confezionamento di corone e ghirlande atte a tenere fuori dalle proprie mura
domestiche spiritelli molesti, malattie e vicinato sgradito. Queste corone
infatti venivano appese nella parte interna delle porte d’ingresso e rinnovate
di anno in anno nella giornata di San Giovanni. Inoltre si pensava che la
pianta, disposta a mazzi incrociati appesi alle finestre, tenesse lontane
streghe (LOL), gli spiriti maligni ed il diavolo stesso. In un erbario del XVI
secolo chiamato “Herbaria” o “Fuga del Diavolo” si legge sull’Iperico: “Da
alcuni è chiamato anche Fuga Demonium, poiché si crede, dove viene conservata
questa pianta, il diavolo non possa entrare, e neppure gli spiriti. Per questa
ragione viene posta nei materassi dei bambini ”. Un’altra tradizione popolare vuole che “lo
scacciadiavoli (iperico) dai fiori gialli, da tenersi sul corpo tutta la notte, proteggere da sventure, da incubi e inganni; per proteggere le famiglie da spiriti e gotte”.
L'erba di san Giovanni ha una
lunga tradizione nell'uso medico-popolare: Ippocrate,
Dioscoride, il più rinomato medico dell'antica Grecia, e Plinio il Vecchio la impiegarono per curare molte malattie. Il nome latino Hypericum
perforatum deriva dal greco e significa "contro i fantasmi": questo
perché si credeva che l'erba respingesse gli spiriti maligni, i quali non
potevano sopportarne l'odore. Difatti un altro appellativo popolare
dell'iperico è "erba scacciadiavoli". Nella medicina popolare, l'erba
di san Giovanni è stata impiegata per curare sia ferite (date le sue elevate
proprietà antibatteriche e antivirali) sia disturbi ai reni e ai polmoni ma
anche per sanare quella che oggi definiamo malattia depressiva. Nella Rodale's Illustrateci
Encyclopedia of Herbs leggiamo: “Quest'erba viene considerata benefica per
l'apparato digerente; in particolare si è sempre ritenuto che i suoi componenti
alleviassero i disturbi dovuti all'ulcera e alla gastrite. Inoltre è stata usata
per combattere la nausea e la diarrea. Anche i lividi e le emorroidi sembrano
trarre giovamento dalla sua applicazione. E stata impiegata per scopi sedativi
e analgesici. I fiori, aggiunti a un particolare olio di uso medico, hanno
effetto lenitivo sulle ferite da taglio. Gli erboristi infine le attribuiscono
la proprietà di indurre (o aumentare) un senso di benessere”.
Da me, in alta toscana inoltre si
utilizza un detto popolare riferito all’Iperico e al periodo della sua
raccolta: “Nella notte di San Giovanni, ogni erbia nasconde inganni” per
definire come, se la pianta viene raccolta ed utilizzata correttamente,
dischiuda proprietà non comuni alle altre erbe selvatiche.
Nessun commento:
Posta un commento