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venerdì 18 gennaio 2013

Modern Witch League 5#: Witchy Alphabet. "U"


"U" come "Unguentum Sabbati", l'atto dell'ungersi e le pomate psicotrope

Unguento unguento, 
mandami alla noce di Benevento 
supra acqua e supra vento 
et supre ad omne maltempo

La parola Unguento deriva dal latino "Unguentum" e più profondamente dalla parola "unguem", grasso.  Letteralmente identifica quindi una sostanza molle a base oleosa o appiccicosa che contiene in essa essenze di piante o fiori, resine, polveri o sostanze di origine animale. La sua applicazione può essere sulla superfice esterna del corpo ma anche sulle mucose oppure i punti di maggior vascolarizzazione della pelle. Forma rudimentale di medicamento, l'utilizzo di unguenti è da sempre associato alle pratiche delle donne di medicina praticanti di magia popolare, identificate poi in epoca medievale con la terminologia "streghe" e quindi giustiziate per la loro non inclusione sociale nelle comunità. 

Ben noto nell'immaginario popolare la figura topica della vecchia megera manipolatrice di erbe che sanano ed uccidono, che prepara con saggezza intrugli ed unguenti. La connessione tra il volo al Sabba e la pratica dell'ungersi, però, è relativamente tarda. per fare un esempio concreto, la maggior parte del periodo medievale ha basato la sua linea di sterminio sul Canon episcopi che recitava: "certe donne scellerate, e seguaci di Satana, ingannate dalle illusioni e dalle seduzioni del diavolo, pretendono e dichiarano di cavalcare certe bestie, nella profondità delle ore notturne, insieme con la dea pagana Diana (o Erodiade) accompagnandosi ad una innumerevole folla di altre donne, e affermano di attraversare enormi spazi di terra nel silenzio della notte" non riferendosi però alle effettive tecniche di presunto volo per cui queste donne si sarebbero staccate da terra per seguire il corteo al Sabba. Mentre nel primo periodo il volo era considerato materico, con l'andare dell'epoca medievale e il sostenere la teoria dell'unguentum sabbati si ritenne che esso fosse metafisico, cioè che il corpo della strega restasse nel letto accanto al pio marito mentre l'anima se ne volava a bagordeggiare con Diana. Racconta per esempio Della Porta: 

"Mi accadde di avere a disposizione una vecchia la quale, spontaneamente e in breve tempo, mi offrì la soluzione del problema. Comandò che venissero mandati fuori coloro che io avevo chiamato a testimoniare e mentre noi la stavamo  a spiare da una apertura della porta essa si spogliò e si frizionò vigorosamente con un unguento che, a causa dei suoi succhi soporiferi, la fece cadere in un sonno profondo. Allora noi aprimmo la porta, ma essa, svegliatasi, ci cacciò a male parole, ma poi cadde completamente priva di sensi. Noi ritorniamo fuori e, piano piano, il potere del filtro perde i suoi effetti. Essa si risveglia e incomincia a delirare e dice di aver attraversato mari e montagne e risponde in modo menzognero alle mie domande. Noi affermiamo di non essere convinti di quanto ci dice e lei insiste, perdiamo la pazienza, ma lei si ostina ancora di più. Una esagerata bramosia di sensazioni morbose ha talmente invaso lo spirito umano da trascinare all'abuso delle sostanze che la provvida natura ha messo a disposizione degli uomini. Di molte di esse riunite insieme sono composti gli unguenti delle streghe, I quali, benché siano mescolati a molte superstizioni, mostrano a chi li esamina, che la loro efficacia proviene da forze naturali. Dirò quanto ho appreso dalle streghe. Esse cuociono in un vaso di rame grasso di bambini stemperato con acqua. Cuocendo l'acqua evapora e nel vaso rimane una pasta, a cui le streghe aggiungono aconito, foglie di pioppo, sangue di pipistrello, solano sonnifero e olio. È possibile mescolarvi anche altri ingredienti non dissimili. Appena l'unguento è pronto se ne spalmano il corpo, strofinando la pelle lino ad arrossirla, in modo che si rilasci e si dilatino i pori e l' olio penetri più profondamente nei tessuti provocando una reazione più rapida e violenta".

Tralasciando il fatto che sia una fonte di stampo non neutrale c'è da chiedersi che cosa conteneva essenzialmente, nella realtà, questo composto e in che modo si ottenevano gli effetti di spasmi e distaccamento dal reale. La tradizione cita diverse erbe, piante e fiori dai contenuti velenosi e psicotropi quali l'Aconitum napellus, l'Atropa belladonna, l'Hyoscyamus niger, il Solanum, il Papaver Somniferum e diverse altre sostanze allucinogene. Esse portavano ad una degenerazione della lucidità sensoriale data dalle sostanze presenti nelle erbe che agivano direttamente sui neuroni e provocavano stati di sonno profondo quasi febbrile in cui letteralmente, venendo intossicate, le presunte streghe avevano visioni e allucinazioni. C'è da sottolineare però che il dosaggio di queste erbe era di fondamentale importanza, lo sbaglio anche solo di un pizzico di erba poteva portare alla degenerazione cellulare, al bloccarsi della respirazione, all'infarto ed al catatonismo. L'applicazione di questi unguenti si concentrava soprattutto sulle zone molto vascolarizzate come i polsi, la giugulare o le mucose corporee (per alcuni pii autori medievali l'interazione vagina-unguento venne ripudiata come mero fallocentrismo sessuale e quindi come masturbazione a fini turpi e diabolici). Durante il processo di applicazione era abitudine recitare, secondo i diversi contesti culturali, una sorta di formula o litania atta a rafforzare lo scopo dell'unguento.  

Una strana interazione che ci viene direttamente dalla "magia contagiosa" è l'interazione tra unguento ed arma. "Si ammette e si ripete costantemente" dice Bacone, "che ungendo l'arma che ha inflitto la ferita si cura la ferita stessa". In questa tradizione medievale  di magia popolare l'unguento era composto da particolarissimi ingredienti come il muschio cresciuto sul cranio di un defunto insepolto, grasso di cinghiale ucciso nell'atto dell'accoppiamento ecc. La stranezza e la particolarità quasi alchemica degli ingredienti ne rendevano l'effetto magico. Un'altra tradizione, questa volta britannica, vuole che l'unguento venga applicato ad un particolare pietra circolare considerato un "masso della pioggia" per evitare la siccità dei campi. 


SEZIONE DA LEGGERE PER PURI SCOPI INFORMATIVI, LE PIANTE VELENOSE NON DEVONO ESSERE INGERITE IN ALCUNA MANIERA:

La più celebre formula dell'Unguento sabbatico ci viene direttamente da Paracelso che così descrisse la formula di preparazione: "5 grammi si hashish con aggiunta di un pizzico di fiori di canapa, di rosolaccio, di radice d’elleboro polverizzata e un pugno di semi di girasole pestati. Facendo cuocere questi ingredienti in 100 grammi di sugna, finché l’umidità non sia del tutto evaporata, se ne ricava un unguento con cui strofinare caviglie, collo e braccia". Paracelso descrive gli effetti di questo preparato come "sognare di andare al Sabba".

Altre ricette comprendevano, per esempio: balsamo di Gilead (gemme di pioppo), cinquefoglie (tormentilla potentilla), zafferano, verbena odorosa, foglie di noce, foglie di menta e sostanze psicotope sopra descritte. 

La preparazione di un unguento è un'operazione diluita nel tempo ma molto semplice da realizzare. Una volta che l'oleolito è stato preparato con il metodo a caldo o a freddo viene filtrato con una garza di lino ed è pronto per essere utilizzato. Una nota di attenzione; gli unguenti conservano massimo le loro virtù terapeutiche per tre mesi ma se aggiungiamo alla preparazione il 10% di oleolito di Benzoinio il tempo di tenuta della pomata si prolunga per ben un anno in condizioni ottimali. Una volta fatto l'oleolito delle erbe apposite allo scopo si metta in un pentolino un composto da uno-due cucchiaini di cera d'api, parte dell'oleolito realizzato e se si vuole erbe secche sminuzzate (che possono essere successivamente filtrate o inglobate nell'unguento). Quando il tutto si sarà sciolto e mescolato il composto fluido emanerà un caratteristico profumo di erbe che avrete utilizzato per la creazione dell'oleolito. Come ultima operazione si può filtrare o meno con una garza e versare in un barattolino di metallo o ceramica. Da notare è la consistenza dell'unguento; più si aumenta la percentuale di cera d'api  e più il composto sarà solido. Per il trattamento con un unguento personalmente preferisco le zone dei polsi, le labbra e il collo in corrispondenza della vena giugulare. 

L'immagine posta in alto rappresenta una topica scena sabbatica derivante da un acquaforte tedesca del periodo tardo-medievale. 



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