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sabato 13 ottobre 2012

Tell The Owl - Argomento ③: Leggi morali ed etica della magia





Argomento complesso: leggi morali nella stregoneria moderna ed etica nel neopaganesimo. Tosto, davvero tosto. Parto dicendo che io appartengo ancora, diversamente dal percorso di molti sul forum, ad un sentiero spirituale wiccan eclettico. per questa ragione ho soppesato e valutato per anni le "leggi morali" scritte o riprese nelle prime articolazioni inglesi di questa forma religiosa. Sottolineo che pratico una branca eclettica della Wicca (che parlandoci chiaro, c'è proprio bisogno di divisioni in tradizioni?) e che ho formato un pensiero mio su ciò che faccio e su come opero.

Parto col dire che nei primi anni di pratica seria (una volta che si smette di prendere come oro colato tutto ciò che c'è scritto in vari libri e si inizia a soppesare i concetti e le teorie) vedevo la legge del tre come un ente astratto che mi stava stretto, che, in qualche modo soffocava il mio essere io.  La assimilo tutt'ora all'inferno cristiano, al bastone e alla carota: se non fai come ti dico io allora ne risentirai. è una considerazione egoistica, un concetto che, a mio parere, deve restare appannaggio delle religioni monoteistiche. Capiamoci, non vado in giro a lanciare fatture e malocchi alla gente ma non lo faccio perché non VOGLIO fare del male. E lo faccio arbitrariamente, perché, per me, causare male è sbagliato. Non perché c'è una regola che mi vieta di farlo. Non ci sono divieti in natura, essi sono una costruzione sociale. In questo senso appoggio totalmente il pensiero della Valiente sulla legge del tre (che è poi stato una causa conseguente insieme alla mistificazione del culto e all'ampia pubblicità: "è stato Gardner a compromettere la sicurezza del gruppo e la sincerità del suo insegnamento" D.V.). In pratica la Valiente riteneva che la famosa legge del tre fosse una mera invenzione Gardeniana, non presente in nessuna religione antica se non con un rimando distorto al Karma. In soldoni: penso che il karma sia una cosa attiva e reale nelle vite di ognuno ma non penso che esso si applichi magicamente appena lanci una maledizione; per me questo è un retaggio alla walt disney. La reincarnazione, in pratica, scopre gli altarini e chi semina buono, raccoglie.  Personalmente non pratico maledizioni, legamenti di qualsiasi genere o "lanci di negatività" alle persone ma questo perché io ho ancora forti alcuni valori tramandatimi dai miei genitori cristiani: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.

Altra questione è, permettetemi, il difendersi  dagli attacchi. In stato di natura se "porgi l'altra guancia" soccombi, muori o vieni schiacciato dal più forte; per me questo è valido sia nella vita quotidiana sia in quella spirituale. Se vengo attaccato mi difendo.  Seguendo l'ultima linea guida esprimo le mio opinioni sull'operare senza il consenso; per me, questo genere di pratiche si differenzia da ciò che si vuole fare. Considero legamento, per esempio, indirizzare una persona verso una via, che io ritengo la migliore, senza che questa persona non ne sappia nulla ma considero lecito operare "guarigioni" (meglio mettere questo termine virgolettato) anche senza il consenso della persona.  Poi io personalmente trovo il fatto di suddividere la magia in branche (rossa, verde, nera, cazzonesò) decisamente futile; la magia assume una connotazione una volta richiamata per un determinato scopo.

Ultima cosa; citando una domanda di Fede: "Poter fare magia è un privilegio, una responsabilità o un diritto non soggetto a nessuna regola?" e vorrei rispondere. Per ME fare magia non è altro che una propensione intrinseca all'essere umano; Carl Jung, seguace di Freud riteneva che in ogni forma religiosa, anche quelle in cui è negata, persiste una componente magica. Basti pensare alla preghiera nel cristianesimo, o il battesimo. Per me quindi fare magia non è un privilegio riservato a pochi, non è una sorta di clan di eletti, selezionati appositamente per praticare. Per me praticare magia come la pratichiamo noi pagani non è altro che un modo manifesto di avvicinarci ai ritmi ciclici, di praticare al chiarore del sole e della luna. Poi non dobbiamo dimenticare che tutta la parte di ritualistica nefasta e mirata a colpire gli altri ci viene direttamente dalle antiche culture pagane; una parte che noi, oggi, sentiamo di tralasciare.

La foto in alto riporta la statue degli dei appartenute in vita a Doreen Valiente.

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