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giovedì 18 ottobre 2012

Tell The Owl - Argomento ⑥: Strumenti d'Arte



Sesto Gufo, e mi sto rimettendo in pari: Strumenti D'Arte, un mondo abnorme, cercherò di sintetizzare il più possibile questo post sperando che non venga lunghissimo. Premetto che ho fatto una bella selezione dalle linee del forum ed ho deciso di inserire solo una foto con i principali; i must della mia pratica. Ho escluso: bastone rituale, scopa, i due bolline, il pentacolo d'altare, coppa da riti esterni, athame da riti esterni, le 500 mila candele che ho in casa, porta-candele vari, gli incensi e gli incensieri,  la "dispensa" delle erbe e quella delle ossa-piume-corna-navi spirito, i vari simboli che mi porto abitualmente al collo,  lo scaffale delle pietre e le statue degli Dei (queste ultime le potete trovare in un album sul mio profilo di Facebook).  Seguirò un ordine a spirale in senso orario, dall'esterno all'interno. Allors:

Calderone: con me da diversi anni ormai, di ottone anticato; semplicissimo e piccolo. Non sento l'esigenza di grandi pentole; il mio ramo stregonesco non si è ancora esteso con vigore alla stregoneria casalinga-culinaria, sicché lo uso come simbolo uterino, grande abbastanza da contenere acqua, fiori, una candela o bruciarci un foglietto. Segue le linee tradizionali, un treppiede con i manici a gancio. Un simbolo femminile che è possibile portare anche per i riti-in-esterna.

Athame: il mio primo strumento acquistato, circa 8-9 anni fa, in una fiera; è non convenzionale. Un coltello nepalese Kukri ad un filo, con il corpo lamato ricurvo ed il manico in legno e ottone. Inciso con simboli solari nell'impugnatura, la lama è decorata ed il fodero è in legno, cuoio e ottone ritorto. forse uno degli strumenti a cui sono più legato, scelto per ragioni prettamente mie.

Bacchetta: Il mio cuore, o meglio il cuore della mia pratica. Costatami numerosissimi tagli alle mani e calli sull'intera mano destra; lavorata interamente con il bolline e colorata con una tinta naturale, il caffè. Viene da una radice di Ontano nero, un possente albero dei miei boschi che affondava le radici in un piccolo torrente. La radice è stata trattata con olio fiorito dopo il taglio e dopo lo "shaping" (ho un vuoto momentaneo di come sia in italiano questo termine..) è forata alla base (dall'acqua) e incisa con il mio nome in ogham. Ad essa ho attaccato con un nastro di pelle piume, una ghianda svuotata e ripiena di "erbe maschili", un corno di pietra lavica, un piccolo sonaglio e un piccolo pezzo di resina. L'ho lasciata semplicemente contorta, con solo un'incisione. Personalmente non amo l'interazione tra punte di cristallo e bacchette. 

Mortaio: Un vecchio mortaio in ottone usato una volta per scopi medici, acquistato anni fa; pesante come un macigno e rumoroso come una campana ma monumentalmente funzionale, soprattutto quando c'è da pestare resine o cristalli per ridurli a scaglie o semi-polvere. La bocca è ampia e il pestello è consumato e abbastanza rigato. Riporta tra le incisioni "1613 HENRICK TIBI", sinceramente tra le ricerche che ho fatto in rete non ho trovato nulla, penso però che sia una copia molto più recente di un antico mortaio. 

Coppa: Semplicissima in onice miele, cristallo che presenta tre venature marrone scuro, ideale per me, soprattutto quando contiene vino rosso che è possibile vedere dall'esterno. Comprata per una miseria, abbandonata da qualcuno su una bancarella dell'usato. Logicamente non convenzionale; trovo l'utilizzo dell'argento una mera invenzione Gardeniana, non che ci sia nulla di male a possederne una in argento ma è una cosa abbastanza dispendiosa e sinceramente poco pratica (data l'ossidazione con l'uso). 

Fiala di Olio profumato:  forse uno degli ultimi strumenti fatti, indossabile. Fatta di pelle e decorata con un nodo celtico di serpi. Contiene una piccola fiala di essenza di rosa; utilizzabile durante i riti (interni o esterni) come coadiuvante alla meditazione profonda, a livello di potente stimolo olfattivo. I serpenti sono stati scelti per ragioni che vi potete ben immaginare. 

BoS: Ho sempre avuto un rapporto travagliato con questo strumento, tutt'ora non sono molto a mio agio a scrivere su di esso, soprattutto perché non ho una ritualistica fissa o prefissata che seguo ogni volta, per intenderci; incantesimi e rituali in rima li invento al momento. Questo è il mio terzo libro, gli scorsi due ne fanno parte (essendo un quadernone ad anelli) ma solo in minima parte; ho bruciato i miei primi due grimori. Diciamo che da totem io cambio molto molto velocemente e il fatto di poter togliere e spostare le pagine in questo mi aiuta. Interamente scritto a mano e circondato da erbe è una sorta di diario degli incantesimi più performativi che hanno comportato una ritualità più complessa. Non un diario personale; diciamo un memorandum di ciò che ho fatto. Realizzato completamente da me, dalla copertina all'impaginazione interna; un lavoraccio esteticamente stupendo che è però l'unico modo in cui posso tenere il BoS (non potrei sopportare di avere solo inchiostro su carta, è più forte di me). 

Direi che per questo gufo può bastare; in qualche modo trovo gli strumenti proiezioni del proprio se e utilizzarli nella pratica per me non è strettamente necessario ma serve a focalizzarsi e concentrarsi. A chi ancora non avesse trovato i propri auguro una buona ricerca. A kiss to the witches!

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